Under 12 - Concentramento Latina 26 aprile 2015​

Under 12 - Concentramento Latina 26 aprile 2015​

Concentramento Latina - Quello che non avremmo mai voluto vedere e sentire -

Partiamo da queste foto, non certo belle a vedersi, non tanto per piaggeria o per fare vedere quanto i rugbisti siano duri e forti, del resto tutto è bene quel che finisce bene, quanto perché ci danno l’opportunità di dire quello che non possiamo e non dobbiamo tenerci più dentro. Il rugby è uno sport duro, lo sappiamo e lo sanno tutti e gli incidenti di gioco accadono. Anche se va ricordato che ne accadono molti di meno che nello strapopolare calcio. E questo va sottolineato. L’importante è che, quando accadono, non ci sia volontarietà né malvagità. Perché il Rugby, nonostante tutto, è uno sport nobile, fatto di correttezza e lealtà e…di regole. Tante regole, quante non se ne possono immaginare. Regole atte proprio alla salvaguardia della salute dei giocatori. Nel caso di Gabriele l’incidente è stato fortuito, assolutamente non voluto. La partita, finale del concentramento, era sì agonisticamente pesante e dura ma comunque nel rispetto delle regole. Perché i ragazzi in campo si conoscono e perché, almeno da parte nostra, insegnamo che i valori del rugby sono immutabili nel tempo e nello spazio. Solidarietà, lealtà, disciplina, rispetto delle regole e dell’avversario non sono valori che si barattano o si vendono al mercato. Sono valori scolpiti nella pietra, nella storia e nel cuore di ogni rugbista. Rugbista anche in senso lato.
Certo la finale contro la Nuova Rugby Roma è stata falsata dall'incidente che ha ovviamente condizionato l'umore e la voglia dei nostri ragazzi, tutti preoccupati per Gabriele, ma anche e soprattutto da un arbitraggio non all’altezza (non si trattava di un tecnico, né di un allenatore, ma di persona che per sua ammissione era la prima volta che prendeva un fischietto in mano e non conosceva bene le regole) che non sanzionava falli (di tutti i tipi dal fallo tecnico al fuorigioco al tenuto alto etc…) dando modo alla partita di prendere una piega agonistica troppo alta. Ma a noi il risultato finale interessa poco. A noi interessa che per Gabriele tutto sia andato per il verso giusto, così come è stato. Quello su cui non intediamo soffermarci ed evidenziare è però il comportamento sugli spalti (e non solo). Probabilmente taluni, troppo legati ancora alla mentalità calcistica da stadio, pensano e si permettono di insultare ragazzi di 12 anni perché avversari sfogando, certamente, le proprie frustrazioni personali probabilmente di una vita sciatta e non certo da protagonista.
Beh signori cari, signori per modo di dire perché i signori erano in campo a giocare, vi informiamo che questo non è il calcio ma il Rugby. Vi informiamo che non tollereremo più certi atteggiamenti. Vi informiamo che le vostre frustrazioni di genitori probabilmente insoddisfatti della vita, o di quello che la vita vi ha dato, non fanno bene alla crescita dei vostri figli che invece, dal campo, vi hanno dato una lezione di vita. Imparate dai vostri figli perché loro sì sono rugbisti nel profondo dell’animo, loro sì che sanno cosa sia la solidarietà, non certo voi. Non certo voi che avete “il coraggio” dei vili di insultare dei ragazzi di 12 anni…dagli spalti!!! Arrivati a questo punto non avremo più nessuna indulgenza, non alzeremo più le spalle considerandovi dei semplicemente dei quaquaraquà. A questo punto agiremo per salvaguardare i nostri giocatori e tutto il movimento rugbistico espellendo le mele marce prima che avvelenino i buoni frutti che questo Nobile sport ha sempre dato. Ci vuole rispetto, e non solo in campo ma anche, e soprattutto, nella vita!!!
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